Einar Bjarnsson

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    Location
    Moskenesøya, Norvegia

    Status
    Anonymous

    Einar Bjarnsson

    ◊ Data : 19 Settembre 1993
    ◊ Luogo di nascita: Moskenesøya, Norvegia
    ◊ Segno Zodiacale: Vergine
    ◊ Stato di Sangue: Purosangue
    ◊ Allineamento: Caotico Neutrale
    ◊ Razza: Licantropo
    ◊ Abilità: -
    ◊ Lavoro: Artigiano
    ◊ Famiglio: Heimdallr, esemplare maschio di Aquila Grigia
    ◊ PV: Alex Hogh Andersen

    ◊ Aspetto e segni particolari: Mediamente alto per essere un vichingo fuori epoca, della sua terra conserva un paio di occhi gelidi e cristallini, fredda antitesi con il castano che riempie i capelli; rasati ai lati, lunghi solo nella parte centrale, spesso sono liberi e, quando diventa necessario, talvolta raccolti o adornati da treccine sottili. Per quello che ne lascia intravedere, ha una carnagione charissima che in alcuni periodi del mese è solita tendere al pallido, riempiendosi spesso di segni o cicatrici di natura diversa; alcune destinate a svanire in poco tempo, schiarendosi, altre invece tuttora rimaste incastonate nella pelle, come quella sulla spalla, segno del contagio, o quelle sparse un po' su tutto il corpo che richiamano graffi e artigliate di sorta. Capire che Einar non appartenga nè a queste terre nè probabilmente a questo tempo è immediato, fin dal modo in cui si veste; restio a cambiare nelle proprie tradizioni, fa sfoggio di un vestiario che rimanda agli antichi nordici, in cui gli abiti sono di materiali semplici, di fattura grezza, spesso artigianali; stoffe, cuoio, mantelli per il freddo, niente che sia mai passato da un negozio o che abbia mai avuto un'etichetta sopra.

    Carattere
    Carattere Nordico, in ogni sua possibile declinazione. Ha un animo introverso, chiuso ed estremamente ritirato dal mondo, e non è mai chiaro se lo rifugga per disinteresse o per timore di qualcosa; vive da solo al limitare di una foresta non troppo distante dal villaggio magico di Hogsmeade, e quando raggiunge la parte più animata e viva della città lo fa solo per necessità, che sia di provviste o di guadagnare qualche soldo con il suo banchetto di piccoli oggettini intagliati nel legno o, in alternativa, con la lettura delle sue inseparabili rune. E' spesso di poche parole, riflette molto l'attitudine di chi apre bocca solo quando è strettamente indispensabile, e l'inglese che mastica non è certamente dei più puliti o precisi, ma, al contrario, è pieno zeppo di contaminazioni del nord. E' riservato e sfuggente al punto che nessuno ha la minima idea della sua storia o da dove arrivi, salvo per quegli abiti tipicamente fuori moda e fuori contesto che indossa. Non è mai stato capace di vedere la Licantropia come un qualcosa di speciale, ma al contrario la detesta e si detesta abbastanza da diventare estremamente irritabile e nervoso a ridosso della Luna Piena. Ha dovuto riadattare molte volte il suo codice morale nel corso del tempo, oscillando tra una perdita e l'altra, giungendo alla individualistica conclusione che prima di qualsiasi altra cosa vengono il suo sopravvivere ed il benessere di suo figlio Arne, tutto il resto è secondario e, come tale, avrà poche remore di coscienza o tentennamenti di fronte alle decisioni da prendere che non tutelino l'uno o l'altro.

    Bio
    Alti picchi innevati che si riflettono su grandi specchi d'acqua ghiacciata, interminabili linee spezzate all'orizzonte solo da qualche sporadico rilievo della natura che resiste, baluardo contro l'impeto costante e regolare delle onde del mare. Moskenesøya è uno degli scenari più incantevoli che la natura possa regalare, un'isola che sorge nel grande nord della Norvegia, dove persino il tempo sembra essersi arreso al freddo ed è rimasto congelato nel vento che soffia sui piccoli villaggi che, ancora oggi, lì resistono. E' in uno di questi che è nato Einar, figlio di Bjarn, primo e unico genito della coppia formata da quest'ultimo e da sua madre Keira. Atteso a lungo ed a lungo ritenuto essere una benedizione degli dèi, data l'apparente difficoltà a generare un figlio, entrambi i suoi genitori appartenevano a famiglie che popolavano quel villaggio magico non solo da generazioni, ma da secoli; la magia, infatti, si è intrecciata ormai da moltissimo tempo a quelle tradizioni che affondano le loro radici in un'epoca lontana, antica, retaggio di un mondo ostico e per certi versi bruto. I luoghi in cui Einar è cresciuto sono quelli dove la prima cosa che si impara è come sopravvivere, e tutto il resto non ne era che una diretta conseguenza; occorreva saper costruire case con pietre e tetti resistenti abbastanza ad ogni turbolenza, imparare come si accende un fuoco per resistere alle rigidità di un clima severo, scoprire come cacciare e procacciare lo stesso cibo che era destinato a finire sulla tavola imbandita di fronte ad un camino sempre acceso. Un mondo quasi parallelo a tante altre realtà ben più moderne e più progredite, ma che ha consentito ad Einar di crescere i suoi primi anni quasi avvolto in una bolla rurale ed antica, dove gli altri Maghi e le altre Streghe del villaggio erano parte di un'unica e grande famiglia. Ed era in mezzo proprio a quella famiglia che il legame tra lui e Lena, la figlia dei due guaritori del villaggio, crebbe e cementò i primi mattoni. Coetanei, per alcuni predestinati dal volere della stessa dea Freya, abituati fin da subito a camminare insieme l'uno al fianco dell'altra; anche quando, come da tradizione, allo scoccare dell'undicesimo anno la magia richiedeva ai giovani dell'isola di partire per Durmstrang, per imparare a governare il dono concesso loro. Adattarsi a quella scuola, adattarsi per la verità ad un mondo fatto di persone così tanto diverse da come era abituato a conoscere le cose lui, non era stato semplice nè immediato; Einar sembrava voler vivere di regole proprie anche quando la realtà esigeva il contrario, attirando l'antipatia di molti e la benevolenza di pochissimi, tra cui quel paio di Professori capaci di riconoscere un barlume di talento e di fare del loro meglio perchè non andasse sprecato. Lena era l'unica costante, era sempre lì con lui, e doveva essere lì anche la notte in cui la sua vita e le sue prospettive furono costrette ad un brusco cambio di direzione; il terzo anno di scuola era da poco cominciato, infrangere il regolamento per incontrare Lena fuori dalle mura di Durmstrang, forte di un ingenuo e pericoloso senso di onnipotenza, era un qualcosa di familiare ormai e che sapeva di abitudine. Non era abituato, però, ad arrivare in anticipo; e non era abituato, ancora troppo immaturo e poco ponderato nelle sue scelte, a controllare la luna nel cielo prima di azzardare decisioni malaugurate. Non ci sono più ricordi nitidi di quella sera, del punto esatto in cui si era ritrovato, dell'ululato che aveva preceduto di poco l'attacco del Mannaro che era riuscito ad arrivare così vicino dal mordergli una spalla e che certamente avrebbe fatto di peggio, se gli adulti della scuola ben più lungimiranti ed accorti, non si fossero imbattuti nella scena e non fossero intervenuti per salvarlo. Nei primi mesi dopo il contagio, conviveva con il pensiero che nessun trauma sarebbe stato peggiore della vista di quella creatura mostruosa, e che gli dèi lo avevano davvero benedetto con l'occasione di essere ancora lì per raccontarlo; con il passare degli anni, però, apprese a sue spese quanto il vero trauma fosse il ciclico calendario che portava ogni volta all'arrivo della Piena e che, tutto sommato, gli dèi quella benedizione avrebbero anche potuto tenersela per loro. Dall'essere difficile, Durmstrang passò all'essere un vero e proprio incubo ad occhi aperti, fatto di diffidenza, emarginazione, isolamento e dolore, soprattutto quello fisico. Terminare gli studi si rivelò impresa ardua, ma ancora di più lo fu il rientro a Moskenesøya al termine del periodo a Durmstrang. L'isola in cui era cresciuto, la sua bolla felice e ferma nel tempo, non era più così tanto felice di riaccogliere Einar che non era più solo un ragazzo; era una creatura, a tutti gli effetti, un pericolo ed una minaccia per tutti. Una Luna Piena sbagliata e l'intero villaggio non sarebbe potenzialmente più esistito, un pensiero che rimaneva sotteso ad ogni sguardo intimorito, ogni incontro evaso, ogni mano che si tirava indietro a tenere distanti i bambini appena spuntava lui. In un mare di insofferenza, Lena rimaneva l'ancora della sua stabilità e fu l'unica che sembrava non nutrire paura o odio nei suoi confronti; divenne prima compagna di vita, con disappunto di molti, poi madre di suo figlio, con presagi di sventura di tutti, nato talmente presto, quando sia lui che Lena avevano diciott'anni, da incastrarsi come l'ennesimo tassello imprevedibile in una storia costellata da anomalie. Arne, figlio di Einar, tirato su con le mille fatiche di due persone troppo giovani e con tutte le paure che ruotavano attorno ad una licantropia gestita con difficoltà, per lunghi periodi, e male accolta nel villaggio che avrebbe dovuto fargli da casa. Nè i suoi genitori, nè il resto di quella famiglia allargata che ormai appariva solo uno sbiadito ricordo, sembravano distinguere Einar dal Mannaro; e la situazione precipitò in fretta quando Lena, partita per quello che doveva essere un breve viaggio di pochi giorni, sparì senza lasciare nemmeno l'ombra di una traccia di sè. I giorni di attesa si trasformarono in settimane, poi in mesi, e ogni possibile modo per capire che cosa le fosse successo si rivelò infruttuoso e ambivalente. Alla lacerazione imposta da una perdita che non sapeva se e come dover rimarginare, Einar aggiunse quella dettata dal sospetto che molti, sull'isola, nutrivano proprio nei suoi confronti; il dubbio, il timore che potesse essere stato proprio lui, chissà in quale momento di assenza di umano raziocinio, a far sparire nel nulla Lena si impadronì poco a poco dei Maghi e delle Streghe del villaggio, e si tradusse in una sorta di velata richiesta di esilio tanto per lui quanto per la sua discendenza portatrice di sventura. Lasciò Moskenesøya con Arne, deciso ad intraprendere un viaggio che aveva come unico scopo quello di ritrovare Lena, senza fermarsi nemmeno di fronte alla totale assenza di qualsiasi elemento utile a rintracciarla. Solo quando Arne si era ormai fatto grande abbastanza da dover iniziare a sua volta gli studi, e gli anni di ricerca vana avevano iniziato a lasciare gli strascichi di un certo peso sul suo animo, abbracciò per la prima volta l'idea di fermarsi in un posto con anche l'intenzione di restarci. Hogwarts era l'accademia di Magia più vicina, così che all'inizio del nuovo anno scolastico Arne finì nella casa dei Grifondoro, ed Einar, dall'estate passata, in una casetta ai margini di Hogsmeade, così da potergli restare sufficientemente vicino.

    Inventario
    ◊ Bacchetta: Qui
    ◊ Inventario: - Sacchetto di rune in ossidiana nera, lavorate a mano
    - Piccoli utensili per l'intaglio del legno, incluso un coltellino dalla punta in osso
    - Ciondolo che ha come pendente uno dei due anelli di unione; il gemello appartiene a Lena.
    - Arco di legno con faretra in cuoio, lavorati a mano
    ◊ Camera Blindata: N°006
    earnings
    ◊ Oggetto 1: //

    Punti Caratteristica

    POTENZA:
    19

    COORDINAZIONE:
    15

    VIGORE:
    18

    ACUME:
    19

    INTELLIGENZA:
    12

    CARISMA:
    7

    Tot: 75/ lvl 2
    Accrediti: 06/20 - 0 PE

    Curriculum

    ◊ Lingue conosciute: Norvegese (madrelingua) - Inglese (scarso)

    (Durmstrang)
    ◊ Arti Oscure: E - E
    ◊ Erbologia: O - O
    ◊ Incantesimi: A
    ◊ Pozioni: O
    ◊ Storia della Magia: O
    ◊ Trasfigurazione: E - O
    ◊ Astronomia: A
    ◊ Antiche Rune: E - E
    ◊ Divinazione: E - O

    Antiche Rune - Divinazione
    Quirk
    ◊ Incantesimo: //

    Skills

    coming soon...

    Slot Liberi: 000
    Costo acquisto slot: 000 G


    Edited by Il Fato· - 15/7/2022, 12:11
     
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    Gallese Verde Comune

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    Arne Bjarnsson

    ◊ Data : 10 Aprile 2010
    ◊ Luogo di nascita: Moskenesøya, Norvegia
    ◊ Segno Zodiacale: Ariete
    ◊ Stato di Sangue: Purosangue
    ◊ Allineamento: Neutrale Puro
    ◊ Razza: Umano
    ◊ Colore del parlato: #7d1818
    ◊ Legame con il proprio PG: Figlio
    ◊ Occupazione: Studente (Hogwats, Grifondoro)
    ◊ PV: Nathan O'Toole

    Caratterizzazione Fisica:
    Biondissimo, con gli stessi occhi azzurri di Einar e un taglio quasi mai regolare che va di pari passo con gli abiti che indossa; detesta la divisa di Hogwarts e non è infrequente che cerchi di coprirla con qualsiasi stratagemma possibile, come ad esempio i larghi abiti nordici o le mantelle che guardacaso finiscono sempre con il ricadere anche sul davanti. Alto esattamente come la media dei ragazzini della sua età, al pari di una corporatura che non è nè troppo esile, nè troppo robusta.

    ◊ Carattere: Non è mai stato un bambino con lo stesso tempo e lo stesso andamento di tutti gli altri, la vita - prima ancora che nascesse, in verità - aveva già deciso per lui che avrebbe dovuto bruciare le tappe su forse troppe cose. E a proposito di bruciare, è un Grifondoro di quelli un po' impetuosi, poco pazienti e un filino impulsivi. Nonostante parli un inglese imperfetto e che spesso si mescola alla sua lingua natia, è capace di rispondere a tono anche quando non ci sarebbe davvero necessità di farlo, partendo molto spesso da una posizione estremamente difensiva e litigiosa. A proposito di scontri, li cerca più di quanto sarebbe opportuno fare e spesso e volentieri - non avendo ancora imparato a padroneggiare bene (per fortuna) gli incantesimi con la bacchetta - sono le classiche zuffe da vichingi; calci, pugni e gomitate fanno parte del suo quotidiano tanto quanto il disperato e paradossalmente contrario bisogno di affetto e di attenzione che si porta dietro. Non ama parlare di entrambi i suoi genitori, sebbene per ragioni diverse, ed è molto facile all'ira quando gli si domanda delle sue origini.
    ◊ Bio: Unico figlio della coppia formata da Einar e Lena, venuto al mondo come entrambi i suoi genitori nel villaggio magico di Moskenesøya, in Norvegia, al termine dei rispettivi studi a Durmstrang; la notizia che accompagna la sua nascita non è tanto la giovanissima età di chi gli ha dato i natali, qualcosa di tutto sommato non troppo insolito in un villaggio pieno di tradizioni e di usanze antiche, bensì il fatto che sia progenie di un Mannaro e, come tale, visto di cattivo occhio laddove le cose, oltre che essere antiche appunto, si mescolano alla superstizione. La diffidenza che orbitava attorno alla loro casa ha finito per adombrare, volente o nolente, anche Arne, che a dispetto della sua indole buona e ancora pura, sull'isola non è mai riuscito a farsi benvolere da molti ed è finito un po' ai margini. La scomparsa di sua madre Lena è stato poi un crocevia, un qualcosa di mai davvero arginato del tutto; ha passato anni a chiedere del suo ritorno, gli stessi in cui si è trovato a spostarsi e viaggiare inseguendone le orme invisibili insieme al padre. Al compimento dei suoi undici anni, benchè ne avesse dato una anticipata manifestazione ben prima, la magia gli ha richiesto di iniziare quel percorso che tanti altri, prima e con lui, devono affrontare. Hogwarts l'ha accolto forse per la prima volta con un insolito sapore di normalità, e la sua storia, lì, non è che all'inizio.



    Hogwarts Legacy GDR

     
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1 replies since 16/6/2022, 01:37   101 views
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